Premio Gambaccini 2024

La Fondazione Santa Maria Nuova ETS in collaborazione con l’Azienda USL Toscana Centro e la “Philip and Irene Toll Gage Foundation”  ha messo a concorso l’ottava edizione del premio “Piero Gambaccini”.

Il bando prevede un premio finalizzato di €9.000 per medici titolari di un rapporto di lavoro o collaborazione continuativa con l’AUSL Toscana Centro che presentino un programma integrato di aggiornamento professionalizzante in materie di loro interesse (stage, frequenza on the job, corsi universitari etc.) che permettano di apprendere nuove metodiche o sistemi di lavoro.

La finalità del premio, dedicato alla memoria dell’illustre medico e luminare, è quella di incentivare l’aggiornamento e la continuità nella formazione del personale medico dell’Azienda, permettendo il perfezionamento delle loro competenze professionali e l’aggiornamento delle metodiche di cura e di organizzazione e/o gestione del lavoro.. Il Premio privilegia l’esperienza a fini formativi presso strutture all’estero.

I candidati che intendono presentare domanda di partecipazione al bando devono allegare:

  1. Curriculum Vitae aggiornato, comprensivo di recapiti (indirizzo, e-mail e telefono cellulare);
  2. documentazione che attesti il rapporto di lavoro presso l’AUSL Toscana Centro;
  3. progetto personalizzato di aggiornamento professionalizzate orientato al perfezionamento e/o all’apprendimento di nuove metodiche o sistemi di lavoro, comprensivo di stima dei
    costi previsti dal progetto (spese per viaggio e soggiorno, eventuali quote di iscrizione,
    altro).

La valutazione dei progetti terrà conto del CV del medico presentante e della qualità, fattibilità e garanzia di realizzazione del progetto entro i limiti del contributo erogato. A parità di punteggio, sarà considerato come elemento di preferenza la sede di lavoro del professionista presso l’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze.

Il premio sarà assegnato ad insindacabile giudizio da parte di una commissione composta da:

  • Presidente Fondazione Santa Maria Nuova ETS;
  • Direttore Sanitario AUSL Toscana Centro;
  • Direttore Sanitario dell’Ospedale Santa Maria Nuova;
  • Rappresentante della “Philip and Irene Toll Gage Foundation” nella persona della Sig.ra Bettie Lippit o suo delegato.

A partire dal 30 settembre 2024 ed entro e non oltre il giorno 30 ottobre 2024, le domande di partecipazione devono essere inviate per posta al seguente indirizzo:

AUSL Toscana Centro – SOC AFFARI GENERALI – indirizzo: Via di San Salvi, 12 – Villa Fabbri – 50135 Firenze

e contestualmente inviate via PEC alla “Fondazione Santa Maria Nuova Onlus” all’indirizzo: postmaster@pec.fondazionesantamarianuova.it.

 

Per ulteriori informazioni o chiarimenti, contattare la Segreteria Operativa della Fondazione Santa Maria Nuova ETS:
Dott.ssa Chiara Bartolini
055 6938374
Dal lunedì al venerdì ore 9.30 – 13.30

BRIGHT NIGHT 2024

Giovedì 26 settembre si festeggia la BRIGHT NIGHT, la Notte europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori.

Lo scopo dell’evento, organizzato dalla Commissione Europea, è quello di far conoscere al grande pubblico l’importanza della ricerca scientifica e del suo impatto quotidiano. Per questa occasione è stato organizzato un programma ricco di eventi  in compagnia di professioniste e professionisti del settore alla scoperta del vasto mondo delle scienze! BRIGHT NIGHT coinvolge gli atenei, le scuole di alta formazione e gli enti di ricerca di tutta la Regione Toscana: nel capoluogo fiorentino è promossa dall’Università degli studi di Firenze, in collaborazione con istituzioni e enti del territorio.

Anche la Fondazione Santa Maria Nuova parteciperà all’iniziativa giovedì 26 settembre con una visita al percorso museale dell’Ospedale di Santa Maria Nuova guidata da Donatella Lippi, professoressa di Storia della Medicina presso l’Università degli Studi di Firenze. La passeggiata con la professoressa Lippi permetterà di scoprire i luoghi fiorentini deputati, in passato, all’accoglienza di poveri e malati: inizierà alle ore 15.30 in Piazza San Marco e terminerà, verso le 16.30, in Piazza Duomo.

La partecipazione è gratuita. Per ulteriori informazioni e per effettuare la prenotazione obbligatoria, clicca qui.

CORRI LA VITA 2024

Domenica 29 Settembre la Fondazione Santa Maria Nuova ETS collabora alla 22° edizione di Corri la Vita aprendo le porte dell’Ospedale di Santa Maria Nuova e dell’Ospedale vecchio di San Giovanni di Dio per le visite gratuitamente di mete culturali previste ogni anno dalla maratona di beneficenza.

Quest’anno sono stati inseriti i percorsi museali di due ospedali storici del centro fiorentino: il Santa Maria Nuova, le cui attività mediche sono in funzione ininterrottamente dal 1288, ed il vecchio San Giovanni di Dio, trasferito negli anni Ottanta da Borgo Ognissanti a Torregalli.

Le visite guidate all’Ospedale vecchio di San Giovanni di Dio si terranno dalle 9.15 alle 13.00 a cura dell’associazione culturale Città Nascosta e sarà possibile prenotarsi seguendo le istruzioni sul sito dell’iniziativa.

All’Ospedale di Santa Maria Nuova si svolgeranno due visite guidate alle ore 15.00 a cura dalla Fondazione Santa Maria Nuova e sarà possibile prenotarsi scrivendo all’indirizzo mail info@fondazionesantamarianuova.it o telefonando allo 055 6938688. POSTI ESAURITI

Agnocasto o Pepe dei monaci

Nel Chiostro delle Medicherie dell’Ospedale di Santa Maria Nuova si trova una pianta non molto famosa: si tratta dell’Agnocasto, nome comune della Vitex agnus-castus L., un arbusto che cresce nelle vallate e nelle colline del Mediterraneo e dell’Asia Centrale.

Una delle sue caratteristiche più peculiare, oltre alle lunghe foglie verdi e ai delicati fiorellini viola, sono i frutti maturi che hanno le dimensioni di grani di pepe; infatti, non casualmente, la pianta è anche chiamata “Pepe dei monaci”. Ovviamente si intuisce facilmente che sia questo soprannome sia il nome comune – che fa riferimento ad un “agnello casto” – abbiano un significato non casuale, collegato al loro utilizzo…

Nell’antichità si riteneva che il pepe dell’Agnocasto fosse un’efficace anafrodisiaco: veniva, dunque, introdotto nelle federe dei cuscini o portato sotto le vesti da uomini, donne e religiosi per sopprimere il desiderio sessuale.

In tempi moderni è stata effettivamente verificata la sua efficacia nell’ambito ormonale! Molti integratori sfruttano la capacità dell’Agnocasto di influenzare i livelli degli estrogeni durante il ciclo ormonale femminile,  permettendo così il trattamento di svariati disturbi come, ad esempio, la sindrome premestruale, le irregolarità mestruali o i sintomi della menopausa.

Riapertura della Fondazione dopo la pausa estiva

Con la fine dell’estate gli uffici della Fondazione Santa Maria Nuova e il bookshop dell’Ospedale di Santa Maria Nuova riaprono le porte!

Dopo la pausa estiva, da settembre il bookshop avrà i seguenti orari:
Lunedì – Venerdì   09:00 – 14.00 e nel pomeriggio, grazie all’aiuto dei nostri volontari, 15.00 – 18.00

All’interno del bookshop si trovano numerose pubblicazioni dedicate alla storia del patrimonio artistico dell’ospedale, ma anche cancelleria e gadget ad ispirazione botanica, oltre che una bellissima selezione di antichi vasi da farmacia realizzati da fabbriche artigiane locali.

Da settembre riprenderanno anche le nostre visite guidate, su prenotazione, ai percorsi museali degli ospedali storici fiorentini: l’ospedale di Santa Maria Nuova, visitabile dal martedì al sabato, l’ospedale vecchio di San Giovanni di Dio in Borgognissanti, visitabile solo il mercoledì, e l’ospedale Serristori di Figline con la sua spezieria, visitabile un sabato al mese fino alla fine dell’anno.

Vieni a trovarci!

Giambologna a Santa Maria Nuova

Il grande scultore conosciuto come Giambologna, non solo non si chiamava così, ma ebbe anche una proficua collaborazione con l’ospedale di Santa Maria Nuova alla fine del XVI secolo.

Nato nelle Fiandre col nome di Jean de Boulogne, arrivò a Roma nel 1550 per studiare le statue antiche e gli artisti moderni, in particolare Michelangelo. Pochi anni dopo si trasferì a Firenze, dove trovò l’ospitalità e la protezione del colto e nobile collezionista Bernardo Vecchietti: questa amicizia fu decisiva per il giovane fiammingo, perché lo introdusse alla corte medicea del futuro granduca Francesco I.

Nonostante la presenza sulla scena di altri grandi artisti, come Baccio Bandinelli o Benvenuto Cellini, Giambologna è ricordato come il più importante scultore manierista a Firenze: segno caratteristico della sua opera le cosiddette “figure serpentinate”, corpi intrecciati in composizioni complesse e dinamiche, quasi innaturali, esaltate dall’espressività dei volti e dall’uso dei panneggi.

Il fiammingo si ritrova a lavorare al Santa Maria Nuova in un periodo particolare: negli anni Settanta del Cinquecento, lo spedalingo Filippo Guilliccioni e il granduca Francesco I decidono di rinnovare l’ospedale con un ambizioso progetto di ristrutturazione, affidato a nientemeno che all’architetto Bernardo Buontalenti. In quegli anni al cantiere appena avviato collaborano anche il pittore Alessandro Allori e, per l’appunto, il Giambologna.

Il suo primo importante intervento di quest’ultimo è proprio a fianco del Buontalenti, nella realizzazione dell’altare maggiore della Cappella del Sacramento, ovvero la cappella della corsia maschile – che nel progetto dell’architetto assumerà finalmente la forma di una croce.

Di quell’intervento eseguito tra il 1575 e il 1591 purtroppo rimane molto poco nell’attuale ospedale. L’altare, in marmo di Carrara, oggi si trova nel coro della Chiesa di Santo Stefano al Ponte, dove venne trasferito a seguito dei cantieri Ottocenteschi per la modernizzazione e la secolarizzazione dell’ospedale. Però, all’interno di ciò che resta della cappella della corsia maschile sono rimaste delle sculture del Giambologna: si tratta di due figure femminili con cornucopie, adagiate attorno allo stemma mediceo.

Infine, anche la Chiesa di Sant’Egidio, antico luogo di culto dell’ospedale, ospita un’opera riferibile allo scultore manierista. Sull’altare maggiore, infatti, svetta un Crocifisso di cartapesta eseguito da Antonio Susini su disegno del grande maestro. Nel 2018/2019 l’opera è stata sottoposta a restauro grazie alle attività della Fondazione Santa Maria Nuova ETS.

Notte di San Lorenzo

Il 10 agosto di ogni anno si aspetta intrepidamente la Notte di San Lorenzo per vedere le stelle cadenti: in realtà, è errato indicare così il fenomeno, poiché si tratta del passaggio dello sciame meteorico delle Perseidi.

Questo spettacolo astronomico è sempre stato apprezzato fin da tempi antichissimi: sembrerebbe che sia stato osservato per la prima volta dai cinesi nel 36 d.C.!

Tuttavia, le spiegazioni che si sono succedute nel corso dei secoli riguardo il suo accadimento non erano prettamente scientifiche… Nell’Antica Grecia le scie luminose erano state associate alla trasformazione di Zeus in pioggia dorata per unirsi a Danae (dal cui incontro sarebbe poi nato l’eroe Perseo).

Successivamente, però, il Cristianesimo vi associò la storia di San Lorenzo, il diacono martirizzato il 10 agosto del 258 d.C. a seguito di un editto dell’imperatore Valeriano.

Lorenzo era stato condannato a morte dopo essersi rifiutato di consegnare al prefetto romano i tesori della Chiesa – che, intanto, aveva distribuito ai malati e ai poveri. Venne predisposta una graticola al di sopra di carboni ardenti e qui il diacono venne arso vivo. Infatti, riconoscere il santo in un’opera d’arte risulta piuttosto semplice perché la graticola è divenuto il suo attributo iconografico, come si può osservare in un’opera conservata nella sale della Direzione Generale dell’ospedale di Santa Maria Nuova: nella tavola trecentesca di Niccolò di Tommaso, San Lorenzo si trova a destra in primo piano.

Le scie, dunque, rappresenterebbero le lacrime versate del santo o, addirittura, i carboni ardenti su cui fu bruciato.

Anche Giovanni Pascoli, a suo tempo incantato dalla visione del cielo così illuminato, ci racconta questa associazione al santo in un passaggio della sua poesia X agosto:

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla…

La Menta, una saporita pianta curativa

La Menta, con il suo aroma fresco e le sue foglie verde brillante, è una pianta deliziosa per condire i pasti o rinfrescanti bevande estive. Esistono varie specie di menta e tutte sono diffuse massicciamente in Europa, Asia e Africa.

Il termine “Menta”  venne utilizzato per la prima volta da Gaio Plinio Secondo, scrittore e naturalista romano, nel I secolo d.C., ma il nome scientifico fu definito dal botanico Linneo nel 1753 nel suo Species Plantarum. L’origine del nome, secondo la mitologia, è legata ad una sfortunata ninfa trasformata in pianta da Persefone, gelosa del rapporto tra Myntha e suo marito Ade, dio degli Inferi.

Questa piccola e infestante pianta aromatica si trova anche nel nostro Chiostro delle Medicherie, poiché ha una lunga storia di utilizzo anche curativo.

Dal punto di vista medico, la menta era già molto conosciuta dagli Antichi Egizi, di cui sono rimaste tracce nelle tombe almeno del 1000 a.C.! Fin dal XIII secolo, in Europa Occidentale venne usata come rimedio popolare per disturbi gastrici e respiratori, ma anche come correttore di molti medicinali dal gusto non proprio gradevole.

Effettivamente alcune di queste proprietà sono riscontrabili. Il suo olio essenziale è utilizzato in aromaterapia per alleviare mal di testa e nausea, mentre le foglie fresche sono benefiche per la digestione e possono ridurre i sintomi di indigestione e flatulenza. La menta è anche nota per le sue proprietà antinfiammatorie e antisettiche, utili nel trattamento di disturbi respiratori come il raffreddore e la tosse. Ancora oggi un utilizzo della menta che viene dall’antichità è quello di estrarre il mentolo per aromatizzare profumi, medicinali e prodotti per l’igiene personale, cosmetici e persino le sigarette.

Tuttavia, nel passato non mancavano ovviamente credenze simboliche e propiziatorie, precisamente afrodisiache: le spose intrecciavano ramoscelli fioriti di menta nelle loro corone nuziali e  le foglie, poi, venivano sparse sul pavimento della camera dei novelli sposi.

Oggi possiamo assaporarne l’aroma in qualche bevanda, piatto freddo o dolce per cercare un po’ di refrigerio dalla calura!

La Santa e il drago: Margherita d’Antiochia

Il 20 luglio si festeggia Santa Margherita, fanciulla cristiana nata ad Antiochia di Pisidia (nell’odierna Turchia), che subì il martirio giovanissima. Da lungo tempo è venerata dalla Chiesa cattolica come la protettrice delle partorienti: scopriamo insieme perché!

Dopo la morte della madre alla sua nascita nel 275, Margherita fu affidata ad una balia; quest’ultima, però, nonostante le persecuzioni di Diocleziano, era cristiana ed allevò anche la bimba alla sua religione. Per questo motivo il padre, un sacerdote pagano, non la rivolle più con sé. Cacciata di casa, la ragazza fu adottata dalla balia e iniziò a prendersi cura del suo gregge.

Un giorno, durante il pascolo, il prefetto Ollario tentò di sedurla, ma lei lo respinse confessando la sua fede: il prefetto, a quel punto, non esitò a denunciarla come cristiana. Dopo essere stata processata e sottoposta a torture, Margherita fu infine incarcerata.

Fu proprio allora che venne visitata dal demonio, il quale, apparsole sotto forma di un grosso drago, la inghiottì! Secondo la versione più popolare della leggenda, Margherita gli squarciò il ventre con un crocifisso che teneva tra le mani e, così, uscì illesa dal corpo dell’animale diabolico. In altre versioni, lo combatteva e lo schiacciava sotto al calcagno: un gesto ricorrente nell’iconografia cristiana, basti pensare alle rappresentazioni dell’Immacolata Concezione o a quelle di San Michele Arcangelo.

Tuttavia, dopo aver resistito miracolosamente ad altri vari tormenti, fu decapitata nel 290.

La fanciulla di Antiochia divenne una santa popolarissima nel Medioevo: la stessa Giovanna d’Arco rivelò che una delle voci divine che udiva era proprio quella di Margherita.

Inoltre, la santa fa parte dei quattordici santi ausiliatori, coloro che vengono invocati per guarire determinate malattie. Proprio l’episodio di rinascita di Margherita dal ventre del drago la fece divenire protettrice delle partorienti, invocata quindi per ottenere un parto semplice e sicuro: infatti, se la donna era in pericolo di vita, si procedeva alla lettura della biografia della santa oppure le si appoggiava sul ventre il libro aperto sul passo più significativo della sua storia.

La santa appare anche nel Trittico Portinari, capolavoro di Hugo van der Goes conservato alla Galleria degli Uffizi ma realizzato per la Chiesa di Sant’Egidio nell’ospedale di Santa Maria Nuova: si trova nel pannello laterale, a destra, come santa protettrice della piccola Margherita, inginocchiata in primo piano, figlia del committente (e discendente del fondatore Folco) Tommaso Portinari.

Agosto: pausa estiva della Fondazione Santa Maria Nuova

La Fondazione Santa Maria Nuova ETS sospende le proprie attività durante il mese di agosto.

Gli uffici, il bookshop e il percorso museale rimarranno chiusi da giovedì 1 agosto e riapriranno i primi di settembre.

Anche le visite guidate all’Ospedale Vecchio San Giovanni di Dio (con la sua biblioteca in Borgo Ognissanti 20) e il nuovo percorso museale all’Ospedale Serristori di Figline sospendono le proprie attività fino a settembre.

Torneremo con tante novità e tanti eventi: continuate a seguirci, vi terremo aggiornati!

A San Salvi con Chille de la Balanza

Domenica 14 luglio, all’interno del Festival FRANCO BASAGLIA 100 organizzato da Chille de la Balanza, si terrà un ricco programma di eventi in collaborazione con la Fondazione Santa Maria Nuova ETS, la Fondazione Scabia e l’Archivio Basaglia.

Si inizia alle ore 17.00 nel piazzale antistante il Padiglione 26, con un incontro tra Andrea Mancini della Fondazione Scabia, Claudio Ascoli di Chille de la Balanza, in rappresentanza della Biblioteca Chiarugi Roberto Leonetti e l’artista Edoardo Malagigi. Insieme parleranno del Marco Cavallo, opera d’arte del 1973 – realizzata tra gli altri anche da Giuliano Scabia – che aprì le porte del manicomio di Trieste, ma che nel XXI  secolo ha trovato nuova vitalità nella creazione di Malagigi.

Attraversando la strada sarà possibile incontrare davvero il “Marco Cavallo del XXI secolo“: una scultura realizzata in plastica riciclata a partire dai rifiuti dei cittadini  fiorentini e che è stata regalata dai Chille de la Balanza alla città di Firenze lo scorso 11 marzo, in occasione del centenario della nascita di Basaglia.

L’evento prosegue alle ore 21.30 a San Salvi città aperta, ovvero la sede della compagnia teatrale Chille de la Balanza (via di San Salvi, 12 – Padiglione 16): grazie all’Archivio Basaglia, con la presenza del video maker e responsabile Franco Basaglia, presenta tre brevi filmati sull’operato di Basaglia a Gorizia attorno al 1968.

Tutte le iniziative sono ad ingresso libero, ma con prenotazione consigliata, al telefono/whatsapp 335 6270739 o alla mail info@chille.it.

Ulteriori informazioni sono sul sito di Chille de la Balanza.

La Rosa canina

Nel Chiostro delle Medicherie dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, parte integrante del percorso museale che racconta la storia dell’antico nosocomio, nel periodo estivo sono sbocciati i piccoli fiori di un’erba officinale: la Rosa canina. Si tratta della specie di rosa spontanea più comune in Italia e si trova facilmente nelle siepi e nei boschi. Talvolta viene chiamata rosa di macchia, oppure rosa selvatica.

Secondo la tradizione, il medico Linneo scelse questo nome per la pianta  perché Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, affermava che un soldato romano fosse guarito dalla rabbia, trasmessa dal morso dei cani, con un decotto delle sue radici. In realtà, anche nell’Antica Grecia si parlava di “kunorodon”, letteralmente “rosa canina”, forse perché le spine della pianta ricordano i denti dell’animale.

I suoi piccoli petali rosa e bianchi fioriscono da maggio a luglio, mentre la maturazione delle sue bacche rosse e carnose avviene tra ottobre e novembre.

Fin dall’antichità era stata considerata un prezioso medicinale: gli Assiri e i Greci la usavano come tonico, mentre il medico e filosofo medievale Avicenna la riteneva efficacie nella cura della tubercolosi.

Oggi è risaputo  che la Rosa canina ha proprietà antinfiammatorie, contiene vitamina C ed aiuta l’assorbimento di calcio e ferro.  I suoi frutti hanno funzione astringente intestinale, proprietà di cui si erano accorti anche i nostri antenati. Inoltre, il decotto della pianta è utilizzato in cosmetica: l’estratto delle bacche, usato in crema, svolge un’azione protettrice e lenitiva che sfiamma la cute, oltre a tonificare il viso.

Nel corso dei secoli, la rosa è entrata anche a far parte della simbologia cristiana come il fiore di Maria: nata immacolata, è definita “rosa senza spine” come quelle che Sant’Ambrogio credeva che crescessero nel Paradiso terrestre prima del peccato originale. In particolare, però, sono stati i frutti rossi della Rosa canina a divenire simbolo del Cristo crocifisso e della sua Passione nella cristianità.

Infine, non scordiamoci anche dell’ambito culinario: le bacche sono utilizzate anche in cucina per la preparazione di deliziose marmellate!

Bookshop: orario ridotto a metà luglio

Durante la stagione estiva, il Bookshop della Fondazione Santa Maria Nuova ETS adotta un nuovo orario di apertura: da lunedì 15 luglio lo shop, all’ingresso dell’ospedale di Santa Maria Nuova, resterà chiuso nella fascia pomeridiana.

L’orario rimarrà invariato per quanto riguarda la mattina: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 fino alle ore 14.00.

 

L’Erba della Madonna o di San Giovanni

Nel Chiostro delle Medicherie dell’ospedale di Santa Maria Nuova si trova una pianta piuttosto comune di cui, però, non tutti conoscono le proprietà curative…

Il Sedum Telephium, nome scientifico della cosiddetta Erba della Madonna o Erba di San Giovanni, è una pianta grassa che è sempre stata molto utilizzata nelle attività assistenziali.

Il suo utilizzo ha un’origine antica: secondo la mitologia greca, il re Telefo di Misia era stato ferito da Achille su una coscia e la ferita, che sembrava non guarire mai, fu finalmente rimarginata da una pianta le cui caratteristiche vennero identificate dal medico naturalista Linneo nel Sedum Telephium.

Come si usa? Essendo una pianta grassa, le sue succose foglie sono facili da sbucciare: tolta la pellicola della parte inferiore, vengono applicate sulla zona d’interesse, quasi come un cerotto, e lasciate lì ad agire per molte ore.

Il Telefio è stato studiato da molti nel corso del tempo, ma un testo riassume alla perfezione tutte le sue caratteristiche: nel “De medicatis herbarum facultatibus” del 1770, il monaco e medico Vallombrosano Fulgenzo Vitman descrive così le caratteristiche della pianta: “ulcera deterget” cioè deterge le ulcere; “et ad cicatricem perducit” e le porta a cicatrizzazione; “tumorum suppurationem promovet” ovvero favorisce la formazione di ascessi; infine “et dolores mitigat”, calma il dolore.

Oggi la pianta è conosciuta come Erba della Madonna oppure come Erba di San Giovanni, perché proprio a fine giugno (dopo il 24 giugno, festa del Battista santo patrono di Firenze) sbocciano i suoi piccoli fiori rosa.

Fino agli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, nelle zone rurali era comune curare i processi infiammatori superficiali proprio con questa pianta, ad esempio per curare un giradito. È proprio così che il dottor Sergio Balatri ne scoprì, in giovane età, l’efficacia. Il medico fiorentino, che a lungo ha lavorato all’Ospedale vecchio di San Giovanni di Dio in Borgo Ognissanti, ha dedicato tutta la sua carriera allo studio e all’uso terapeutico del Sedum Telephium. Tutti i mercoledì mattina, ne parliamo insieme alle nostre guide e al Dr. Balatri durante le visite guidate all’antico ospedale di Borgo Ognissanti!

Come prendersene cura? Può essere esposta costantemente al sole e può stare al freddo in inverno; va bagnata ogni 5-6 giorni. Tra fine giugno e inizio luglio appaiono i primi boccioli e si possono raccogliere le foglie. Durante l’inverno perde tutte le foglie e rinizia a fiorire tra febbraio e marzo.

La mostra “Terre di Spezierie” a Santa Maria Nuova

La Fondazione Santa Maria nuova ETS  partecipa alla mostra “Terre di Spezierie, organizzata dalla Fondazione Museo della Ceramica di Montelupo, mettendo a disposizione due dei suoi ospedali storici come sedi espositive: l’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze e l’ospedale Serristori di Figline e Incisa Valdarno.

La mostra testimonia il secolare legame tra le manifatture montelupine e i luoghi dell’assistenza della Toscana: fin dai primi decenni del Quattrocento, i maestri vasai di Montelupo producevano ceramiche per le spezierie ospedaliere, conventuali e private della Toscana impiegando tecniche decorative che ne assicuravano la raffinatezza ma, soprattutto, l’efficienza nella conservazione dei composti medicamentosi.

All’Ospedale di Santa Maria Nuova,  fondato da Folco Portinari nel 1288, non mancava certo una spezieria con una ricca attività. Il primo orciolaio di Montelupo a comparire nei suoi elenchi di spese è Piero di Domenico di Checco da Montelupo che, nel 1420, “fornisce scodelle e scodellini di terra”.

In occasione della mostra, nell’atrio dell’ospedale del centro cittadino, verranno ospitati una serie di pregiati manufatti provenienti dal Museo della Ceramica di Faenza e una selezioni di contenitori ad uso interno (boccali, catinelle, pitali e molto altro ancora) provenienti dal Museo della Ceramica di Montelupo. Infine, nel Chiostro delle Medicherie verranno ospitati laboratori e una sezione didattica.

L’ospedale Serristori partecipa all’iniziativa con la sua cosiddetta Sala Rossa: questa spezieria fu realizzata alla fine dell’Ottocento, quando la struttura ospedaliera fu trasferita dal centro di Figline Valdarno alla sede attuale, la Villa San Cerbone. Nel suggestivo ambiente è conservata una ricca collezione di maioliche seicentesche da farmacia di produzione montelupina.

La mostra inaugura venerdì 21 giugno (ore 18.30) al Museo della Ceramica di Montelupo, con una visita guidata.

Nell’ambito della mostra, sabato 22 giugno (ore 10.30) si terrà la prima visita guidata alla Spezieria del Serristori di Figline, mentre domenica 23 giugno, in occasione del 736° anniversario di fondazione dell’ospedale di Santa Maria Nuova, alle ore 11.30 si terrà un incontro con Marino Marini, archeologo medievista e curatore delle collezioni ceramiche dei musei del Bargello e di Palazzo Davanzati a Firenze, e una visita all’esposizione.

Per partecipare all’incontro e alle visite guidate è richiesta la prenotazione, scrivendo a info@fondazionesantamarianuova.it oppure telefonando allo 055 38688 (dal lunedì al venerdì, 9.00 – 14.00).

Visita il Serristori di Figline

Iniziano le visite guidate al nuovo percorso museale dell’Ospedale Serristori di Figline!

A partire da giugno e fino alla fine dell’anno, ogni mese è prevista una visita alla scoperta dell’ospedale storico di Figline, di cui due date serali nel periodo estivo. Il programma delle visite è il seguente:

  • sabato 22 giugno, ore 10.30
  • martedì 23 luglio, ore 18.30
  • martedì 27 agosto, ore 18.30
  • sabato 21 settembre, ore 10.30
  • sabato 19 ottobre, ore 10.30
  • sabato 16 novembre, ore 10.30
  • sabato 21 dicembre, ore 10.30

Fondato nel 1399 grazie ad un lascito di ser Ristoro, l’Ospedale della Ss. Annunziata si sviluppava nella piazza centrale della città fino a che, nel 1890, venne trasferito nell’attuale sede di Villa San Cerbone. Il percorso partirà dall’esterno della villa e proseguirà nel chiostro della chiesa per raggiungere il gioiello dell’ospedale, l’antica spezieria.

Per partecipare  è richiesta una donazione a partire da €5 a partecipante. La prenotazione è obbligatoria, e può essere effettuata scrivendo a info@fondazionesantamarianuova.it o chiamando il numero 055 6938688 (lunedì – venerdì, in orario 09.00 – 14.00).

Vi aspettiamo!

23 giugno: Santa Maria Nuova in festa!

La Fondazione Santa Maria Nuova ETS vi aspetta Domenica 23 Giugno per celebrare i festeggiamenti per il 736° anniversario della nascita dell’Ospedale di Santa Maria Nuova.

La giornata avrà inizio alle ore 11.30 con l’inaugurazione della mostra “Terre di Spezierie, realizzata in collaborazione con la Fondazione Museo della Ceramica di Montelupo Onlus, con l’intervento “Produzione ceramica di Montelupo per l’Ospedale di Santa Maria Nuova” di Marino Marini; seguirà una visita guidata all’esposizione.

Alle ore 16.00 si terrà la cerimonia di intitolazione del bookshop della Fondazione Santa Maria Nuova a Tilde Pacchiarotti.

Dalle 17.00 alle 18.00 si terranno le visite guidate gratuite (della durata di circa un’ora) al percorso museale dell’ospedale per gruppi di massimo 15 persone.

La giornata coinvolgerà anche la Chiesa di Sant’Egidio dove, alle ore 18.00, il Mons. Marco Domenico Viola,
Canonico del Capitolo Laurenziano e Parroco della Chiesa di San Lorenzo in Firenze, officierà la Santa Messa assieme ai cappellani della chiesa di Sant’Egidio; la celebrazione sarà accompagnata da musica e canti a cura delle Suore Ospitaliere di Monna Tessa e dal coro di Santa Maria Nuova.

Poiché è previsto un numero limitato di posti per tutti i suddetti eventi, è obbligatoria la prenotazione.
È possibile prenotare scrivendo a info@fondazionesantamarianuova.it o telefonando al 055 6938688 (dal lunedì al venerdì, 9.00-14.00) indicando numero e nominativi dei partecipanti, ed almeno un recapito telefonico.

Charity Dinner al Giardino Bardini

In occasione del 736° anniversario dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, la Fondazione Santa Maria Nuova ETS organizza per mercoledì 19 giugno (ore 20.30) una Charity Dinner presso Giardino Bardini (Costa San Giorgio, 2 – Firenze).

Per la partecipazione alla serata è richiesta la disponibilità a un contributo di €120 a persona. L’evento prevede tavoli da 10 ospiti ciascuno.

Con il ricavato dell’iniziativa sarà possibile aiutare la Fondazione nella sua opera di sostegno all’Azienda USL Toscana Centro per i progetti sanitari e di tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico dei suoi 13 ospedali.

Il Giardino Bardino fa parte della villa del “principe degli antiquari” il collezionista d’arte Stefano Bardini. Con la sua vista panoramica sulla città, il giardino racconta sette secoli di storia fiorentina e di giardinaggio grazie a sculture, fontane e grotte, fiori e boschetti.

Un’incantevole ambientazione per una serata magica dal fine nobile!

È possibile effettuare la prenotazione inviando un’e-mail a info@fondazionesantamarianuova.it.

Omaggio a Beatrice

Giovedì 06 giugno (ore 17.00), presso la sala Martino V al primo piano dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, si terrà la conferenza “Omaggio a Beatrice”.

Beatrice Portinari, amata e cantata dal poeta Dante Alighieri, fu anche la figlia del fondatore dell’antico ospedale del centro storico fiorentino: infatti, il banchiere Folco Portinari nel 1288 fondò Santa Maria Nuova!

Il programma dell’evento sarà il seguente:

  • Saluti di Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova ETS;
  • “Beatrice ritrovata. Nuovi documenti su Beatrice Portinari, figlia di Folco e musa di Dante” a cura di Domenico Savini, storico e genealogista;
  • “Palazzo Portinari. La casa di Beatrice” a cura di Sandro Boccadoro, Fondazione Santa Maria Nuova ETS.

Per partecipare la prenotazione è obbligatoria, e può essere effettuata scrivendo a info@fondazionesantamarianuova.it oppure telefonando a 055 38688 (lunedì-venerdì in orario 9.00-14.00).

Scopri la Cappella Buontalenti!

La Fondazione Santa Maria Nuova ETS organizza una visita molto speciale ed imperdibile: Mercoledì 05 Giugno alle ore 15.00 sarà possibile visitare la Cappella Buontalenti, solitamente esclusa dal percorso museale dell’Ospedale di Santa Maria Nuova

L’ambiente altro non è che la cappella dell’antica corsia maschile dell’ospedale, progettata da Bernardo Buontalenti alla fine del Cinquecento: affrescata da Alessandro Allori, conteneva un altare in pietre dure e un gruppo scultoreo attribuito al Giambologna. Le trasformazioni subite dall’Ospedale nel corso dei secoli hanno snaturato questo capolavoro, che risultava praticamente “invisibile” a causa dell’intonacatura e della brutale divisione in due piani da un pavimento ottocentesco che ne dimezzava l’altezza.

Insieme ripercorreremo le vicende della ristrutturazione dell’ospedale progettata dal Buontalenti alla fine del XVI secolo ed approfondiremo anche le opere d’arte sopravvissute degli altri due grandi artisti, Allori e Giambologna.

La visita guidata avrà una durata di un’ora e mezzo e la partecipazione prevede una donazione minima di €10 a partecipante.

La prenotazione è obbligatoria e può essere effettuata telefonando al 055 38688 (dal lunedì al venerdì, 09.00-14.00) oppure inviando una mail a info@fondazionesantamarianuova.it.