La grande produzione ceramica intrecciata alla storia di Santa Maria Nuova
di Iolanda Richichi
Ultimo aggiornamento: 22/08/2016 12:56
Da secoli ormai la piccola città di Montelupo costituisce, con le sue splendide maioliche prodotte nelle botteghe artigiane, uno dei fiori all’occhiello di tutta la Toscana. L’arte di produrre ceramica si afferma a Montelupo a partire dalla seconda metà del XIII secolo, ma è con l’età medicea che la cittadina diviene un vero e proprio centro produttivo, principale riferimento per tutta l’area fiorentina. Nel Quattrocento le maioliche di Montelupo erano parte integrante delle più importanti spezierie fiorentine, e i vasi che uscivano dalle fornaci artigiane costituivano le dotazioni ceramiche dei grandi ospedali e dei maggiori conventi cittadini. La ceramica, infatti, resa impermeabile ai liquidi, era di facile pulizia grazie alla smaltatura, ovvero una pellicola ottenuta dalla fusione di silice, piombo e stagno ad oltre 900 gradi.
La storia della splendida produzione di questo piccolo borgo si intreccia da secoli con quella dell’Ospedale di Santa Maria Nuova.
La dotazione vascolare farmaceutica dell’Arcispedale era tutta montemurriana e comprendeva vari tipi di alberelli, orcioli per sciroppi, ampolle. Vi si poteva trovare inoltre pentolini, conche di terracotta e soprattutto catini, utilizzati per ottenere ritrovati medicinali dall’unione di semplici vegetali con sostanze tra le più disparate, lavorati insieme e sottoposti e specifici trattamenti. Vi erano inoltre anche ceramiche da “mensa” ovvero scodelle, scodelline, piattellini, teglie, mezzine per il trasporto dell’acqua tutti recanti così come i vasi il disegno di una stampella, simbolo dell’Ospedale.
Tra le forme “speciali” da segnalare vi erano i “ghoboleti”, detti anche “gubolete” o “gubolete per lattovari”, che entrano a far parte delle forniture di Santa Maria Nuova intorno agli anni ’20 del Cinquecento. Si trattava di unguentari di piccole dimensioni, dalla superficie semplicemente smaltata e privi di qualsiasi decorazione o pittura, probabilmente utilizzati come contenitori per la vendita di medicamenti.