Progettata dal Bernardo Buontalenti, la facciata fu realizzata dal suo allievo Giulio Parigi a partire dal 1611. Nel corso dei successivi secoli sarà oggetto di diversi lavori di restauro e ampliamento, per essere definitivamente terminata come la si può ammirare oggi solo nel 1960.
Le arcate del loggiato sono abbellite da una serie di busti in marmo bianco, di diversa provenienza e di diverse epoche, raffiguranti i granduchi di Toscana: troneggia sotto il balcone centrale il busto di Ferdinando II de’ Medici.
Le originali lunette affrescate sono state strappate e successivamente riposizionate a seguito del restauro su supporto artificiale in masonite. Sebbene il ciclo fosse originariamente composto da sei affreschi, oggi ne rimangono cinque: quattro sono attribuiti al Pomarancio, mentre la scena dell’Annunciazione è stata attribuita a Federico Zuccari.
Si possono vedere rappresentati, da destra verso sinistra, gli episodi de L’annunciazione, La Natività, L’adorazione dei Magi, La strage degli innocenti, Cristo tra i dottori.
L’Annunciazione racconta l’incontro tra Maria e l’Arcangelo Gabriele, visibile nella parte inferiore dell’affresco. Questa scena, dai toni calmi e statici, ripropone uno spaccato di vita quotidiana del tempo, che contrasta con l’avvolgente dinamismo della parte superiore, raffigurante degli angeli musici.
La lunetta della Natività è un vero e proprio esempio di notturno, tuttavia non dovette riscuotere molto successo a Firenze dato che non era in uso questo tipo di immaginario pittorico. Ad ogni modo, i contrasti di luce tra sfondo e scena principale riescono ad evidenziare l’importanza del tema.
Nell’Adorazione dei Magi si nota la formazione variegata del Pomarancio: al clima e ai modi pacati della tradizione romana, unisce la tecnica disegnativa e l’interesse per la moda tipici della pittura fiorentina. Sulla sinistra, due giovani in abiti seicenteschi includono lo spettatore con lo sguardo.
La Strage degli Innocenti è la scena più dinamica e concitata del ciclo. Il pittore segue i modelli classicheggianti della composizione tardo Cinquecentesca romana, discostandosi però dalla teatralità e dall’espressività fiorentina. Nonostante ciò, la resa dei corpi feriti degli infanti è molto realistica e d’impatto.
Nell’ultima lunetta rimanente troviamo l’episodio evangelico di Cristo tra i dottori. All’interno del Tempio di Gerusalemme, il dodicenne Gesù è raffigurato (sulla destra) intento a discutere con i Dottori della Legge, i quali rimangono sconvolti dalla sua sapienza delle Scritture in così giovane età.
Infine, è risaputo che la sesta lunetta raffigurava lo spedalingo degli Oddi nel momento della consegna del progetto del loggiato a Cosimo I de’ Medici. Purtroppo, fu distrutta nel 1657 a seguito della costruzione della nuova corsia delle donne.