Il medico di Santa Maria Nuova operò l’eroe dei due mondi
Era la fine d’agosto del 1862 quando, durante la battaglia dell’Aspromonte, nel tentativo di marciare dalla Sicilia a Roma per scacciare papa Pio IX, Giuseppe Garibaldi fu ferito alla coscia sinistra e al malleolo del piede destro. Si tratta dell’episodio che diede vita alla celebre ballata popolare, intonata infatti sul ritmo di una marcia dei bersaglieri.
La ferita alla gamba destra si presenta molto grave e sorge il rischio di doverla amputare, poiché era il metodo in uso al tempo per fermare la gangrena nei feriti da arma da fuoco. Il medico Enrico Albanese, già presente durante la spedizione dei Mille, esegue un taglio per estrarre il proiettile ma senza buon esito. Garibaldi viene medicato, fasciato e imbarcato per La Spezia.
L’impossibilità di individuare con certezza il proiettile rimane il problema più grande: d’altronde i raggi X non esisteranno per altri 30 anni circa. Illustri chirurghi italiani e stranieri dell’epoca si radunano al capezzale di Garibaldi per cercare di salvare l’arto dall’amputazione: il professor Francesco Rizzoli di Bologna e il professor Luigi Porta di Pavia, i dottori Giuseppe Di Negro da Genova e Timoteo Riboli da Torino, che già avevano curato Garibaldi in altre circostanze, ma anche Richard Partridge, membro del Royal College dei chirurghi di Londra, assieme al famoso collega Nikolai Pirogoff da Pietroburgo.
Infine, un altro nome illustre della chirurgia del tempo venne consultato, l’aretino Ferdinando Zannetti, importante medico in servizio all’Ospedale di Santa Maria Nuova fino al 1849. Grazie al suo acume clinico e scientifico, si mise a confronto con vari colleghi, ma fu il consulto con il chirurgo parigino Auguste Nélaton a dare una svolta alla situazione. Quest’ultimo gli suggerisce l’uso di una sonda con un’estremità rivestita di porcella rugosa per individuare l’agente esterno: infatti il piombo, a contatto con la ceramica, avrebbe scatenato una reazione chimica che l’avrebbe annerita.
Il 22 novembre, con non poca difficoltà, lo Zannetti riuscirà ad individuare e successivamente ad estrarre con una pinza dentata, dopo ben 86 giorni dal ferimento, una pallottola di carabina di 22 grammi dal piede di Garibaldi. L’amputazione era stata così scongiurata e il medico toscano ottenne fama internazionale.
Lo Zannetti è ritratto all’interno della Galleria dei Busti, nuovo spazio museale allestito all’interno dell’Ospedale di Santa Maria Nuova e visitabile grazie alle nostre visite guidate.