Giovanni Targioni Tozzetti

Medico in Santa Maria Nuova durante l’epidemia di vaiolo

Ultimo aggiornamento: 9/10/2018 10:21

Giovanni Targioni Tozzetti nacque a Firenze l'11 settembre 1712, studiò medicina a Pisa dove si laureò nel 1734 ma, più che per l’attività medica, è ancora oggi conosciuto per aver pubblicato l’opera sui Viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le produzioni naturali e gli antichi monumenti di essa.

Il Targioni Tozzetti, illuminista toscano progenitore di una dinastia di scienziati, è oggi prevalentemente noto come naturalista, professore di botanica nello Studio fiorentino e poi custode del Giardino botanico della città. Nella sua biografia non sono molte le informazioni relative all’attività di medico, che esercitò prevalentemente nel Regio Spedale di Santa Maria Nuova. Recenti studi hanno infatti rivalutato le sue ricerche relativamente all’epidemia di vaiolo. Fin dagli ultimi anni del XVII, e poi durante il XVIII secolo, le epidemie di vaiolo si fanno nuovamente diffuse in Italia e a Firenze. Nel 1756 il reggente della corte lorenese, il conte di Richecourt, autorizza il dottor Targioni Tozzetti, coadiuvato dal medico Scutellari, alle prime variolizzazioni, ovvero le inoculazioni della materia prelevata da un ragazzo vaioloso di 12 anni, in sei bambini di età compresa tra 4 e 6 anni. Questo è un primo importante esperimento non solo di ricerca scientifica, ma si tratta di una vera e propria azione programmata di medicina preventiva pubblica.

Nel 1767 il nostro è impegnato a scrivere De alimenti urgentia, un’opera dedicata al trovare una soluzione per le carestie frequentissime a quell’epoca, ricorrendo all'uso dei prodotti spontanei della terra e principalmente delle erbe. E’ in quell’anno che, nell’archivio dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, si ritrova un documento di esonero del Targioni Tozzetti “dalla visita ordinaria per turno dei malati”, emesso direttamente dal granduca Pietro Leopoldo. L’atto giustifica il fatto che il dottore “gode l’onore d’essere anco medico della Real Corte, e che spesso vien chiamato drento al Real Palazzo dei Pitti per curare cortigiani, o per eseguire delle commissioni di Sua Altezza Reale”. L’attività di medico in Santa Maria Nuova, “stante il giusto timore del contagio dei vaioli”, fece precauzionalmente decidere il Granduca di esonerare il Targioni Tozzetti dalle visite ai malati. Siamo certi che, se questo favorì la riduzione del rischio per la famiglia reale, aiutò contestualmente il medico fiorentino a completare l’opera e a dare la stampa uno dei suoi più importanti lavori scientifici, stampato presso Moücke in quell’anno, nel quale Targioni riprese il tema delle questioni tecniche nello spirito della primogenita Accademia dei Georgofili.

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