La melagrana, tra arte e salute

Un frutto ricco di simbologie e di proprietà benefiche

Ultimo aggiornamento: 3/11/2022 15:29

L’autunno è il mese delle melagrane! In questo periodo avviene la raccolta dei frutti dell’albero di melograno, una pianta di origine euroasiatica ed anche mediterranea. La melagrana è caratterizzata da una spessa buccia legnosa che racchiude tantissimi chicchi rossi lucenti, dai quali si ottiene un succo prelibato.


Sin dall’antichità le erano attribuite caratteristiche curative ed, effettivamente, oggi sappiamo con certezza che il frutto, ricco di vitamina C, ha proprietà antibatteriche che risultano una fonte benefica per la salute gastrointestinale e cardiovascolare. Anche la scorza è utilizzata in medicina perché contiene il tannino: una volta tagliata a pezzetti e fatta essiccare, la polvere ottenuta viene utilizzata negli infusi per prevenire parassiti intestinali e come astringente per sedare le dissenterie. 
Inoltre, dalla scorza si ottiene una tonalità di giallo tipicamente utilizzata negli arazzi arabi. 

Eppure questi non sono gli unici motivi della fama della melagrana. Fin dai tempi più remoti, a questo frutto era stata attribuita un’affascinante interpretazione simbolica; basti pensare che, ancora oggi, allude alla fertilità e alla maternità per via dell’abbondanza dei suoi chicchi.

Nell’antica Grecia, la melagrana compare nel mito di Persefone. Il re degli Inferi, Ade, invaghito della fanciulla, la rapì e la condusse nel suo regno. Nonostante la madre Demetra avesse ottenuto la liberazione della figlia grazie a Zeus, Ade aveva offerto a Persefone una melagrana infernale per trattenerla per sempre con sé. Poiché la fanciulla aveva mangiato solamente sei chicchi, la maledizione la confinò a passare l’eternità vivendo sei mesi nel mondo dei morti e sei mesi nel mondo dei vivi.

Nell’ebraismo il frutto acquista significati morali e religiosi: si riteneva, infatti, che la melagrana contenesse 613 semi, tanti quanti le prescrizioni indicate nella Torah. Una preghiera recitata durante la festa di Rosh ha-shanah (il capodanno ebraico) declama: “Sia la (Tua) volontà al Tuo cospetto, Signore Dio Nostro e Dio dei nostri Padri che si moltiplichino i nostri meriti quanto i chicchi del melograno.” 

Con l’avvento del cristianesimo, la melagrana si fa simbolo della Passione di Cristo: la sua buccia legnosa rappresenta il legno della croce sulla quale fu crocifisso, mentre il succo dei suoi semi simboleggia il sangue versato da Gesù per salvare l’umanità dal peccato. In virtù di questo significato, nel corso di tutta la storia dell’arte possiamo vederla fare capolino in svariati capolavori: in queste immagini è Gesù Bambino a tenere tra le mani il frutto che diventa segno premonitore del suo destino

In conclusione, questo frutto gustoso che fa bene alla salute porta anche con sè un significato estremamaente suggestivo: dal mito antico all’iconografia religiosa, fino all’arte del secolo scorso, il dualismo tra vita e morte ha caratterizzato l’immagine della melagrana. 

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