La storia di Ildegarda di Bingen

Il 17 settembre si celebra la santa medichessa del Monastero di Rupertsberg

Ultimo aggiornamento: 25/10/2023 14:50

La figura di Ildegarda di Bingen è senza ombra di dubbio una delle più affascinanti e complesse della storia: è conosciuta ai più come monaca benedettina, ma è stata anche profetessa, medichessa, filosofa, musicista, linguista, poetessa ,artista, cosmologa, drammaturga e consigliera politica

Nacque nel 1098 in una nobile famiglia che viveva vicino ad Alzey, nell’Asse Renana. All’età di otto anni, come era prassi al tempo per le figlie dei benestanti, venne messa in convento come oblata di clausura nell’abbazia Disibodenberg, vicino Magonza. Fin dalla tenera età Ildegarda dimostrò un’estrema sensibilità nei confronti del prossimo ed una profonda sete di conoscenza, desiderio che la porterà ad interessarsi per tutta la vita a molteplici branche di studio. Come scopriremo poi, negherà sempre che questa innata curiosità fosse sua, relegandola invece a qualcosa di ultraterreno.

L’istruzione della giovane venne affidata a Jutta von Sponheim, tutrice e guida spirituale alla quale Ildegarda successe come priora nella comunità femminile del luogo. Pochi anni dopo l’incarico,  fonderà la propria comunità femminile del monastero di Rupertsberg

Nella sua agiografia si racconta che fosse particolarmente cagionevole e che durante questi episodi di malattia ricevesse delle visioni mistiche, che si trasformavano in profezie.

Tenne segreto il dono della preveggenza per molto tempo, infatti racconta che:  «Sino a 15 anni ebbi molte visioni e parlavo molto di esse, sebbene in modo semplice, al punto che quelli che ascoltavano queste cose mi chiedevano meravigliati da dove venissero e da chi avessero origine. Anch’io ero alquanto meravigliata di me stessa  […]. Durante una mia malattia chiesi a una delle mie infermiere se anche lei vedeva cose simili: quando mi rispose di no, fui presa da una gran paura. Spesso, nelle mie conversazioniparlavo di cose future, che vedevo come presenti; tuttavia, quando notai la sorpresa dei miei interlocutori, diventai più riservata».

Le visioni l’accompagnarono fino alla morte, avvenuta il 17 settembre 1179. Nel Cristianesimo, le donne che presentavano questo tipo di sensibilità venivano sovente tacciate di stregoneria. Per paura che tali messaggi potessero turbare il mondo cattolico, le venne affiancato un monaco di fiducia di nome Volmar, incaricato di trascrivere ciò che Ildegarda profetizzava. Dai suoi racconti nacque lo Scivias, un’opera letteraria composta da 26 visioni divisa in tre parti dedicate ai temi più disparati; dalla creazione dell’uomo, all’avvento di Gesù fino all’Apocalisse. Ildegarda ammetterà a più riprese di non essere una donna intelligente , bensì di seguire i suggerimenti della sua voce interiore che chiamava  Luce del Dio vivente:  era questa, secondo il suo pensiero, ad infonderle tutto il suo sapere.

Imparò a scrivere solamente all’età di quarant’anni e proprio a lei si deve la creazione della cosiddettaLingua Ignota, una serie di segni indecifrabili che probabilmente utilizzava per scopi mistici. Durante il percorso forzato di clausura entrò in contatto con molti testi filosofici, teologici, naturalistici e di botanica che la spinsero ad appassionarsi sempre di più alle scienze naturali e alla medicina.

L’approccio di Ildegarda è da considerarsi un approccio olistico alla cura della persona. Dalle sue riflessioni nasceranno due importanti opere: Physica e Causae et curae. La prima è una serie di enciclopedie dedicate alle proprietà curative di tutti gli elementi del creato; la seconda, invece, riguarda prevalentemente lo studio dal vero delle piante affiancato alle teorie mediche del tempo.

Ildegarda di Bingen è stata inoltre emblematica per l’emancipazione femminile. Nelle sue scritture si è prodigata a convertire l’immaginario negativo e giudicante rivolto alle donne in un’ottica cristiana molto forte, paragonandole, nella loro debolezza e sofferenza, alla stessa debolezza e sofferenza vissuta da Gesù Cristo durante la Passione. Non solo, nel Libro delle sottigliezze delle creature divine ha trattato temi molto delicati quali sessualitàfunzionamento dell’apparato riproduttivo femminile, in particolar modo delle mestruazioni e della menopausa. In un mondo prevalentemente maschile, Ildegarda di Bingen è da considerarsi come una delle profetesse – e medichesse – più importanti della storia dell’umanità. 

L’Universo, miniatura dallo Scivias del Rupertsberg, 1165 circa

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