L’Adorazione dei Magi di Lorenzo Monaco

Da Santa Maria Nuova agli Uffizi

Ultimo aggiornamento: 5/01/2022 13:15

Lorenzo Monaco, Adorazione dei Magi, 1420-1422, tempera su tavola, 115×183 cm, Galleria degli Uffizi

È possibile ammirare alla Galleria degli Uffizi l’Adorazione dei Magi di Lorenzo Monaco, che si presume fosse destinata a decorare l’altare maggiore della Chiesa di Sant’Egidio, all’interno dell’Ospedale di Santa Maria Nuova nel secondo decennio del XV secolo.

L’episodio biblico racconta l’arrivo dei Magi dall’Oriente in occasione della nascita di Gesù. La Sacra famiglia si trova in un’elaborata struttura architettonica ad arcate, molto differente dalla capanna in cui tradizionalmente viene descritta la scena. Mentre Giuseppe fissa il cielo seduto a terra, Maria porge il Bambino benedicente verso il corteo giunto in visita.

La parte centrale è dedicata alla presentazione dei Magi.
Il primo è il più anziano ed ha appena posato ai piedi di Gesù il suo dono. Il secondo, in piedi, ha sulla veste delle scritte in arabo antico, motivo decorativo che richiama la loro provenienza. L’ultimo è il più giovane e si sta inginocchiando con il dono ancora tra le mani. L’artista ha rappresentato attraverso i saggi le tre età dell’uomo, scelta peculiare rispetto alla tradizione evangelica che invece li descrive come anziani.
È interessante dire che i loro doni (oro, incenso e mirra) sono metafore della natura divina e mortale di Gesù.
 
Sulla destra segue il variegato corteo composto da servitori, da cavalieri tartari e mori, anche da un cammello ed un levriero da caccia. Dai rilievi rocciosi, sporge un personaggio che indica il passaggio della stella cometa, personificata dal gruppo di angeli presente sulla parete della capanna.
 


Lo sfondo è caratterizzato da un ridotto uso del fondo oro, a favore di un'altra narrazione: nel paesaggio montuoso si staglia la scena dell’Annuncio ai pastori della nascita di Gesù.

Questa pala d’altare è un ottimo esempio di gotico internazionale. Le ambientazioni arcaicizzanti, l’uso del colore antinaturalistico, i corpi allungati e i gesti appena accennati rimandano ad un mondo illusorio e fiabesco, in netta contrapposizione con lo stile rinascimentale del periodo.

 
 

A questo punto, sorge spontaneo chiedersi come sia giunta alla Galleria degli Uffizi…
Abbiamo poche e frammentarie informazioni sui suoi spostamenti nel corso dei secoli, tanto che molti studiosi mettono in dubbio l’originaria provenienza dalla chiesa del nostro ospedale.
 
Nelle Vite, il Vasari menziona la presenza della pala all’interno della Chiesa di Sant’Egidio. Dunque, si è ipotizzato che fosse stata realizzata per l'altare maggiore in occasione della consacrazione dell'ospedale da parte di papa Martino V, nel contesto della prima grande ristrutturazione all’inizio del XV secolo. Effettivamente, nei libri contabili di Santa Maria Nuova risulta che Lorenzo Monaco sia stato pagato 182 fiorini (una cifra particolarmente alta) tra marzo 1420 ed agosto 1422, per una tavola della quale non si dichiara mai il soggetto.
Un ulteriore indizio ad avvalorare questa tesi è un documento del 1460: la causale di un pagamento rivolto ad Alessio Baldovinetti, che stava lavorando agli affreschi nel coro della chiesa, destina il denaro a <cierte dipinture che à fatto dintorno alla tavola d’altare [sic]>, che però relegherà a Cosimo Rosselli.
Infatti, sappiamo che a distanza di quarant'anni dalla sua realizzazione, la pala venne modificata da quest'ultimo pittore, che aggiunse nella parte superiore l'Annunciazione e due Profeti

 

Il tema dell’Adorazione dei Magi è coerente con le decorazioni presenti all’interno dell’edificio sacro le quali, nonostante la diversità di maestranze, fanno tutte riferimento all’importanza della figura di Maria nella vita di Cristo. Poiché erano ancora assenti gli episodi della Natività e dell’Epifania, si ritiene plausibile che una pittura su tavola fosse stata realizzata proprio per integrare l’iconografia della pittura parietale.
 
Tuttavia, bisogna ammettere che non essendo giunti a noi gli stemmi familiari e la predella (il basamento decorato tipico del periodo, sulla quale generalmente sono raffigurati i committenti), non esiste un diretto collegamento né con la Chiesa, né con l’Ospedale, nè tantomeno con la famiglia Portinari, patroni del luogo che amavano commissionare opere devozionali personalizzate.

 

Dalla metà del XV secolo non risultano più notizie sull’opera fino al 1810, quando un inventario la colloca all’interno del Convento della Chiesa di San Marco.
Successivamente giunse alla Galleria dell’Accademia in data imprecisata, per poi essere spostata in ultimo alla Galleria degli Uffizi nel 1844.

 
 
 

BIBLIOGRAFIA
C. De Benedictis, a cura, Il patrimonio artistico dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Firenze: episodi di committenza, 2002, Pagliai Polistampa, Firenze.
E. Diana, a cura, La Chiesa di Sant’Egidio nell’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: dai restauri un ambiente prezioso, 2020, Pontecorboli, Firenze.

 
 

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