Una pianta utilizzata quasi nel modo giusto
Nel Chiostro delle Medicherie dell’Ospedale di Santa Maria Nuova si trova una pianta non molto famosa: si tratta dell’Agnocasto, nome comune della Vitex agnus-castus L., un arbusto che cresce nelle vallate e nelle colline del Mediterraneo e dell’Asia Centrale.
Una delle sue caratteristiche più peculiare, oltre alle lunghe foglie verdi e ai delicati fiorellini viola, sono i frutti maturi che hanno le dimensioni di grani di pepe; infatti, non casualmente, la pianta è anche chiamata “Pepe dei monaci”. Ovviamente si intuisce facilmente che sia questo soprannome sia il nome comune – che fa riferimento ad un “agnello casto” – abbiano un significato non casuale, collegato al loro utilizzo…
Nell’antichità si riteneva che il pepe dell’Agnocasto fosse un’efficace anafrodisiaco: veniva, dunque, introdotto nelle federe dei cuscini o portato sotto le vesti da uomini, donne e religiosi per sopprimere il desiderio sessuale.
In tempi moderni è stata effettivamente verificata la sua efficacia nell’ambito ormonale! Molti integratori sfruttano la capacità dell’Agnocasto di influenzare i livelli degli estrogeni durante il ciclo ormonale femminile, permettendo così il trattamento di svariati disturbi come, ad esempio, la sindrome premestruale, le irregolarità mestruali o i sintomi della menopausa.