Giornata Internazionale della Carità

Il 5 settembre si celebra la Carità, virtù sempre presente negli ospedali antichi

Ultimo aggiornamento: 7/09/2023 14:02

Nella giornata di oggi si celebra la Carità, una delle virtù teologali più importanti del cristianesimo, accompagnata sempre dalla Fede e dalla Speranza.

Il termine deriva dal latino caritas, ed indossa molteplici significati: benevolenza, amore, grazia, misericordia, cura e compassione. Con Caritas si identifica anche il gesto dell’elemosina e, difatti, l’ente no profit che si occupa di aiutare i più bisognosi prende questo nome. Pertanto, quando si parla di carità cristiana ci si riferisce all’amore incondizionato e disinteressato nei confronti del prossimo e di Dio. Questa pratica porta avanti uno dei comandamenti lasciati in eredità da Gesù ai suoi discepoli: «[…] “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più importante di questo » (Mc 12,29-31).

In un’ottica di fede, donare aiuto e supporto agli altri fa tendere lo spirito verso il divino, lo eleva alla perfezione celeste. È una virtù che si riscontra in tante altre religioni: nell’Ebraismo, la carità è considerata alla stessa stregua della giustizia e prende il nome di Zedagah; nella religione buddista, invece, si parla principalmente di Karuna, ovvero di compassione per la sofferenza altrui.

La misericordia, la cura e la carità verso le persone indigenti sono le fondamenta su cui si basava l’assistenza ospedaliera medievale.  Inizialmente, i nosocomi – conosciuti come Spedali-  non erano luoghi destinati all’aiuto dei malati, bensì strutture gestite da ordini religiosi, adibite al riparo e al ristoro per i pellegrini e per i poveri mendicanti. L’antico ospedale di  Santa Maria Nuova, al contrario di questi, venne fondato con l’intenzione di essere l’ospedale per acuti della città di Firenze, e difatti divenne ben presto una vera e propria istituzione locale.

In quelle che oggi sono le sale della Direzione Generale (visitabili una volta l’anno, solitamente il sabato prima di Natale) è possibile ammirare lo stacco di un affresco realizzato da Sebastiano Galeotti – tra il 1700 e il 1710 –  intitolato “l’Allegoria della carità”.

Vediamo la virtù impersonificata da una giovane fanciulla, seduta su una nuvola e circondata da due putti, di cui uno attaccato al seno. Nella storia dell’arte spesso l’iconografia della carità viene rappresentata come una donna che allatta dei bambini, oppure mentre porge un cuore a Dio. L’affresco del Galeotti pullula di allegorie: in primo piano, sulla nostra sinistra, notiamo un’altra figura femminile che tiene in mano una cornucopia ricca di frutti e fiori … è l’Abbondanza. Non solo, incastonato nelle rocce del paesaggio si scorge anche il bastone di Asclepio – o Esculapio – il Dio greco della medicina e padre di Igea, la Dea dell’igiene. Questo antico simbolo è riconoscibile dal serpente che si attorciglia attorno ad un bastone, un animale ritenuto sinonimo di saggezza e di rinnovamento in molte culture. Sono tutti significati allegorici che, ancora una volta, mettono in stretta connessione la presenza della fede cristiana in questi luoghi di cura con la storia della medicina.