Nell’antichità era servito ai pazienti per rinvigorire il corpo e lo spirito
Effettivamente, il cordiale ha una storia molto antica. Alcuni ricettari italiani, risalenti al XV secolo, ci rivelano che, con questo nome, veniva indicato un brodo cucinato nelle spezierie degli ospedali. Ritenevano che potesse essere un pasto sostanzioso utile al miglioramento della salute e dello spirito dei pazienti ricoverati in corsia: in particolare, si credeva che riuscisse a curare i malanni che riguardavano il cuore; proprio per questo la parola “cordiale” deriva dal latino “cor, cordis” che significa cuore.
Sappiamo che questo pasto terapeutico era servito anche all’Ospedale di Santa Maria Nuova. Nel 1764 il Nuovo Regolamento dei medicinali semplici e composti cita l’esistenza del libro di spezieria, sul quale i medici dovevano scrivere i regimi alimentari giornalieri adeguati alle singole esigenze dei pazienti. Qui scopriamo che ai malati più gravi veniva prescritto non solo il vitto consueto (consistente in semolino, carne di vitella, pane e vino), ma anche una porzione di cordiale. Al Santa Maria Nuova era considerato un rimedio confortante e rinvigorente, che veniva preparato con tuorli d’uova sbattuti e agro di limone.
Vi proponiamo una variante della ricetta che si può facilmente realizzare a casa.
RICETTA
350 mg di brodo di pollo
1 uovo
1 limone
vino rosso
3 foglie di salvia
formaggio a piacere
sale
Per prima cosa, preparare il brodo di pollo e lasciarlo cuocere per almeno un paio d’ore. Una volta pronto, travasare circa 350 ml di brodo in un pentolino per farlo aromatizzare insieme a tre foglie di salvia. Intanto, sbattere l’uovo insieme al succo di mezzo limone, ad un cucchiaio di formaggio grattugiato, a un pizzico di sale ed a uno o due cucchiai di vino rosso. Una volta aromatizzato il brodo e sbattuto l’uovo, uniteli insieme in una terrina e mescolateli bene. Potete servire questa inconsueta minestra in una tazza da consommé ed accompagnarla con crostini e foglie di salvia.
Buon appetito!