Oltre che per la sua singolare storia plurisecolare l’Ospedale di Santa Maria Nuova si distingue nel panorama delle analoghe strutture sanitarie per la presenza al suo interno non di una cappella ma di una Chiesa.
La Chiesa di Sant’Egidio fu infatti inglobata allo Spedale con bolla papale nel 1305, solo pochi anni dopo dunque la fondazione di Santa Maria Nuova, avvenuta nel 1288 ad opera di Folco Portinari.
All’inizio del Quattrocento sarà oggetto di un’ampia ristrutturazione, eseguita sotto la reggenza dello spedalingo Michele di Fruosino da Panzano. Sarà riconsacrata nel 1420, evento di cui abbiamo oggi testimonianza grazie all’affresco del Bicci di Lorenzo (di cui è possibile ammirare una copia all’ingresso dell’Ospedale, mentre l’originale è oggi conservato nella Sala del Consiglio – Le Stanze degli Avi).
La Chiesa ha ospitato i lavori di alcuni dei più importanti artisti del Rinascimento, come Domenico Veneziano, Andrea del Castagno e Alessio Baldovinetti (il cui ciclo di affreschi è purtroppo andato perduto) ed è stata a lungo la “casa” di capolavori come l’Adorazione dei Magi di Lorenzo Monaco o del Trittico Portinari di Hugo van der Goes (oggi conservate agli Uffizi).
Il suo aspetto attuale è dovuto alla revisione stilistica voluta alla fine del Cinquecento da Bernardo Buontalenti, a cui si deve il progetto generale e la realizzazione della gradinata ricurva che porta al piano rialzato dell’altare. Il progetto buontalentiano fu messo in opera da Giulio Parigi che demolì gli affreschi laterali installando quattro altari classicheggianti in pietra serena, decorati con grandi pale. Agli altari si trovano oggi tele di Felice Ficherelli detto Il Riposo, Giovan Battista Paggi, Alessandro Allori, San Ludovico del Volterrano.
L’apertura del sovrastante Matroneo all’interno del percorso museale consente ai visitatori di poter avere un quanto mai suggestivo scorcio di questo speciale luogo di culto, che riveste un ruolo importantissimo nello storia di Santa Maria Nuova.