La Dyasena, un antico eluttuario a base di piante

Una medicina realizzata nella spezieria dell’Ospedale di Santa Maria Nuova

Ultimo aggiornamento: 10/11/2022 12:24

La Dyasena era un antico medicinale a base di piante molto famoso e diffuso nelle spezierie fiorentine.

Si trattava di un lattovaro o eluttuario, ovvero un preparato farmaceutico a base di principî attivi, polveri ed estratti vegetali impastati insieme a dolcificanti naturali, come miele o sciroppi, per nasconderne il sapore sgradevole. Questo medicinale, conosciuto come "dyasena frescha", veniva somministrato con funzione lassativa e, infatti, gli ingredienti principali erano le foglie di senna, grappoli di fiori gialli e le prugne.

Tuttavia, all’interno del Ricettario fiorentino, un libro del 1498 contenente le istruzioni sulla preparazione dei medicinali, sono riportate molteplici variazioni della ricetta ed è possibile trovarne una esclusivamente prodotta nella spezieria dell’Ospedale di Santa Maria Nuova. Ecco qui di seguito il testo! Noterete, però, che vi erano aggiunti due ingredienti molto particolari… 

“Recipe foglie di sena on. [oncia] iii. Questo lactovaro è magistrale et usasi in Sancta Maria Nuova. Cennamo, gerofani, folio di gerofani, cardamomo, galingha, mace, legno aloe, pepe lungho, gengiovo, croco, noce moschada, seta arsa, nocciuole arrostite, ana dr. [dramma, antica unità di misura fiorentina del peso] iiii; fiore di borrana, fiore di calamento, fiore di ramerino, anici, lapis armeno, lapislazuli, ana dr. ii; zucchero biancho quanto basta, cioè lib. [libbra] ii on. viii, et serva.”

In linea generale era un medicinale che poteva funzionare, perchè sappiamo che alcune di queste piante sono davvero efficaci, ma l’aggiunta di pietre preziose come il lapis armeno (meglio conosciuto come azzurrite) e il lapislazzuli, rendono questo preparato oggigiorno inefficace e nocivo. 

Non sappiamo con precisione in quale anno sia nata la Dyasena, ma la presenza della “sena” nella spezieria del Santa Maria Nuova testimoniata da un inventario del 1376, ci fa presupporre che probabilmente la ricetta fosse già in fase di sperimentazione.

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