La pianta magica per eccellenza
Che cosa pensereste se vi dicessero che sotto una bella piantina dai fiori viola si nasconde un mostriciattolo addormentato? E che sarebbe meglio non svegliarlo per non rischiare di farlo arrabbiare… Parliamo di una pianta molto famosa nell’antichità, ed ancora oggi, per le sue fantomatiche proprietà magiche: si tratta della Mandragola, che si trova anche nel Chiostro delle Medicherie dell’Ospedale di Santa Maria Nuova!
La Mandragola, o Mandragora, è abbastanza comune nel Sud Italia e nel bacino del Mediterraneo, ma a renderla famosa e temibile nei secoli è stata la sua radice dalla forma antropomorfa: i nostri antenati pensavano che si trattasse di un vero e proprio essere magico che, se svegliato dal suo sonno sotterraneo, avrebbe ucciso le persone presenti con un urlo letale. Occorreva, dunque, una tecnica efficace e sicura per impadronirsene: si legava un cane alla radice e gli si lanciava un pezzo di carne, in modo che la gola gli desse la forza di sradicare la pianta dal terreno.
Questa leggenda nata attorno alla radice della pianta, la rese protagonista di molteplici pratiche magiche e pseudo-mediche. Intanto, si riteneva che potesse funzionare da talismano contro tutti i mali, una sorta di portafortuna per allontanare gli spiriti maligni oppure, all’occorrenza, per portare sfortuna a qualche nemico. La Mandragola era anche considerata un efficiente medicamento contro l’infertilità femminile, come ci ricorda Nicolò Machiavelli nella sua commedia del 1518 “La Mandragora”: non è cosa più certa ad ingravidare una donna che dargli bere una pozione fatta di mandragola.
Tuttavia, secondo le credenze popolari, vi era una categoria femminile particolarmente entusiasta delle proprietà di questa pianta: le streghe non solo preparavano pozioni d’amore e talismani capaci di risolvere un sentimento non corrisposto, ma preparavano anche dei succhi da cospargere sulle loro scope per farle volare!
In realtà, sebbene la magia non c’entri nulla, la Mandragola non è una pianta così innocua. La presenza di alcaloidi tropanici la rende velenosa e tossica, con il rischio di cadere in stati di confusione ed estrema sonnolenza.