Ricollocato sull’altare laterale dopo il restauro
Giovedì 21 novembre torna nella Chiesa di Sant’Egidio la scultura del Cristo deposto, collocata nel primo altare laterale a sinistra della chiesa.
L’opera di gesso, di intensa drammaticità, risulta essere una copia del Cristo morto realizzato da Baldassare Franceschini, noto più semplicemente come Il Volterrano, per l’Oratorio della Compagnia di San Benedetto Bianco e conservato nella Chiesa di Santa Lucia al Prato dagli anni Quaranta del Novecento. Il collegamento è particolarmente interessante se si considera che si tratta di una copia dell’unica scultura riferibile all’artista nella sua lunga carriera totalmente incentrata sulla pittura.
Questa presenza non sembrerebbe troppo casuale, considerando che il pittore Volterrano aveva lavorato attorno al 1665 per lo spedalingo di Santa Maria Nuova Ludovico Incontri. I due conterranei si erano accordati sulla realizzazione della grande tela, che decora proprio il primo altare laterale di sinistra, rappresentante San Ludovico di Francia che guarisce gli scrofolosi.
Tuttavia, in nessun inventario della chiesa o della realtà ospedaliera risulta registrata alcuna statua raffigurante il tema. Il mistero si infittisce, poiché l’opera non compare ancora negli inventari dei primi decenni del XX secolo: si può dunque parlare di un’acquisizione relativamente recente per Santa Maria Nuova. Esiste una fotografia in bianco e nero, databile tra la fine del 1960 e gli anni 70, che mostra la scultura collocata nel coretto delle Oblate.
Una traccia da seguire per tentare di individuarne la provenienza, e il successivo arrivo, proviene dall’inventario di quella che era la chiesa di Ss. Annunziata di Orbatello, in via della Pergola: nel 1842 è registrato un “simulacro di Gesù morto” sotto l’altare della Madonna. Effettivamente, però, gli ambienti del Conservatorio dell’Orbatello nel 1861 vennero presi in affitto dall’Ospedale di Santa Maria Nuova.
L’esemplare di Santa Maria Nuova è stato recentemente sottoposto ad un restauro conservativo, condotto dalla restauratrice Marina Vincenti, per ripulirlo dai segni del tempo ma conservando e valorizzando l’ultimo intervento pittorico.