Gli studenti forestieri di chirurgia
Sotto Cosimo III vi fu un nuovo impulso riformatore dell’insegnamento e l’arrivo di nuovi e importanti accademici che vennero richiamati, da Pisa a Firenze, per implementare le docenze in Santa Maria Nuova. Un interessante manoscritto del 1749, sempre dello spedalingo Maggio, recentemente individuato in Archivio di Stato, riassume per la Reggenza l’organizzazione in tre classi della scuola di chirurgia: una prima, detta dei “Giovani astanti” (obbligati per un certo periodo anche a “servire i poveri infermi nello Spedale degli uomini”) della durata di cinque anni; una seconda detta “Soprannumerari di medicheria” di tre anni dedicata ai già esperti della materia chirurgica; una terza detta dei “Giovani di medicheria”, ovvero Cerusici “de’ quali è incumbenza il prosegure gli studi e l’operare in tutte quelle cure, e casi, che gli sono assegnati” – una sorta di specializzazione sui generis. Per accedere alla terza classe era prescritto un apposito “rigoroso esame” alla presenza dei docenti e del Commissario dello Spedale, volto a verificare che siano “trovati capaci di confidarsegli la cura chirurgica, ed in certi casi le operazioni pure”. Una scuola che, nel Settecento, appare non solo di particolare prestigio per la Toscana, ma ambita soprattutto da diversi studenti forestieri. Ad esempio nel 1770 si contano ben dieci studenti che fanno istanza a Pietro Leopoldo di Toscana di poter accedere ai limitati posti riservati. Fra di loro troviamo Lorenzo Giromella di Massa, proveniente dallo Spedale di San Giacomo degli Incurabili di Roma, che diventerà famoso chirurgo d’ostetricia a Ragusa; Giuseppe Nessi, nobile comasco, poi divenuto professore di chirurgia nell’Università di Pavia e Leonardo Mattiazzi che “già professore di chirurgia chiede di essere ammesso come studente”.
L’interesse ad entrare, ad ogni costo, nella scuola medico-chirurgica di Santa Maria Nuova anche per i forestieri, si percepisce anche da una relazione, sempre dello spedalingo Maggio al sovrano, nel 1763, con la quale si chiedono istruzioni per l’eventuale ammissione gratuita di Giovanni Battista Mussin, istanza giunta all’Ospedale espressamente da Pietro Leopoldo di Lorena.