Un Cristo Redentore… ed anche farmacista?
All’interno della Spezieria cinquecentesca dell’Ospedale Serristori è conservata una tela raffigurante la Testa di Redentore del pittore fiorentino Matteo Rosselli databile, grazie alla cornice, al 1640.
Il Rosselli fu allievo di Gregorio Pagani e si formò studiando Il Cigoli e il Passignano; con quest’ultimo lavorò a Roma per gli affreschi di Santa Maria Maggiore. Una successiva esperienza veneziana gli permetterà di sviluppare i valori luministici e atmosferici della sua pittura. A Firenze lavorerà molto sia su tavola sia ad affresco sia per committenza pubblica sia per la famiglia Medici.
Il piccolo olio su tela del Serristori è stato realizzato dal pittore nel periodo tardo della sua produzione artistica. Recentemente è stato restaurato dalla Fondazione Santa Maria Nuova ETS, in occasione dell’inaugurazione del percorso museale dell’Ospedale Serristori.
Il volto, bello e gentile, del Cristo Redentore è inquadrato quasi fotograficamente da molto vicino: si potrebbe pensare ad un quadro tagliato e scomposto, ma si tratta in realtà di un’immagine pensata autonomamente, e ne sarebbe prova la raffinata cornice coeva.
Tuttavia, restano del tutto ignote le circostanze del suo ingresso nel patrimonio ospedaliero. Una delle ipotesi più accreditate è che fosse destinato alla spezieria dell’ospedale fin dalla sua creazione o, almeno, dal suo arrivo…
Infatti il Redentore, intercessore della provvidenza e della guarigione, inclina la testa verso il basso con sguardo benevolo, circondato dai vasi e dalle ampolle, dagli unguenti e dalle bilance della spezieria. Proprio questa composizione, quasi teatrale, avrebbe creato una suggestione simile all’iconografia del Cristo farmacista: in questo tipo di raffigurazioni Gesù è rappresentato come uno speziale, un vero e proprio farmacista ante litteram, circondato da scaffali ricolmi e piegato sul bancone intento a prescrivere rimedi per la salvezza delle anime.