La natività di Maria

la storia della Vergine tra Cristianesimo e tradizione popolare fiorentina

Ultimo aggiornamento: 8/09/2023 13:01

Oggi è una giornata importante sia per la Chiesa Cattolica che per quella Ortodossa, poiché l’8 settembre si festeggia la nascita di Maria. Nel Protovangelo di Giovanni si racconta che i suoi genitori furono Gioacchino ed Anna, ma non vi sono fonti certe relative al suo luogo di nascita. Alcune ipotesi attestano che Maria sia nata a Nazareth, mentre altre testimonianze ci dicono tutt’altro: in alcuni testi precristiani si legge la descrizione di una stanza dove nacque una figura molto importante per la storia del cristianesimo, a Gerusalemme, nell’area che oggi costituisce la cripta della Chiesa di Sant’Anna. Le testimonianze fanno capo ad uno spazio situato nei pressi dello “specchio d’acqua di Betzaeta”, luogo realmente esistito e conosciuto grazie alla parabola della Piscina Probatica.

La storia di Maria è intrisa di numerose vicende che, nel corso del tempo, sono diventate rimembranze storiche e feste comandate. Per citarne alcuni esempi: nella giornata del  25 Marzo si celebra l’Annunciazione, data che per i fiorentini medievali era estremamente significativa poiché rappresentava l’inizio del calendario; il 15 agosto – conosciuto più comunemente come Ferragosto – si festeggia l’Assunzione di Maria, ovvero quando la sua anima e le sue spoglie furono portate in cielo; il 22 agosto è dedicato all’Incoronazione della Vergine come Regina dei cieli ed, infine, l’8 dicembre si festeggia l’Immacolata Concezione, il dogma secondo cui Maria è stata concepita senza peccato.

Come accennato poc’anzi, il popolo fiorentino medievale era estremamente devoto alla figura della Vergine, non a caso diversi ospedali e luoghi di culto sono intitolati a suo nome. Nel folklore locale esiste un’altra festa molto particolare, istituita a partire dal 1600 e legata a doppio filo al culto mariano… La festa della “Rificolona”.

Si racconta che, al calar della sera del 7 settembre, i contadini provenienti dalle campagne limitrofe del capoluogo toscano, giungessero a piedi presso la piazza della Santissima Annunziata per venerare un’icona mariana conservata all’interno della Basilica e per allestire il giorno seguente la Fierucola, il mercato dove vendere i propri prodotti. La scelta di uscire di notte era dovuta alle vantaggiose possibilità di trovare un posto buono per la propria bancarella prima degli altri e dunque, per illuminare il proprio percorso ed evitare spiacevoli incontri, i contadini realizzavano delle sgargianti lanterne di carta colorata e le poggiavano su dei bastoni.  Il nome “Rificolona” nasce dalla corruzione della parola “fierucolona”, ovvero l’appellativo offensivo e canzonatorio dato alle donne del contado ritenute dai cittadini fiorentini sciatte, goffe e corpulente.

Ancora oggi si festeggia la Rificolona illuminando le strade della città con bellissime lanterne colorate, proprio come facevano un tempo, in attesa dell’8 settembre.  

Carlo Lasinio e Giuseppe Piattoli, Le Rificolone, stampa, 1790, Gabinetto dei disegni e delle stampe, Uffizi

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