Il crocifisso della Chiesa di Sant’Egidio torna ai suoi colori
Ultimo aggiornamento: 17/04/2023 10:13
Chi ha visitato il percorso museale di Santa Maria Nuova, sa che i crocifissi sono – forse – l’elemento più presente e importante all’interno dell’Ospedale. In posizione centrale e collocati ovunque, all’interno della struttura, il loro compito era quello di alleviare le sofferenze dei malati e contribuire al loro benessere, offrendo spunti di riflessione, invitando alla meditazione e alla purificazione morale e predisposizione alla guarigione del corpo. Grazie alla sensibilità del Rotary Club Firenze Val di Sieve a breve prenderà il via il restauro dello splendido crocifisso posto sull’altare della chiesa di Sant’Egidio. Un Cristo di grandi dimensioni, realizzato in cartapesta, attribuibile con probabilità a Giambologna, oggi reso irriconoscibile da una copertura di pittura scura, che ne vela irrimediabilmente la bellezza. La storia di queste creazioni in cartapesta, di cui un altro bellissimo esempio, opera di Felice Palma (1620 c.a.) è conservato presso la “Saletta dei Crocifissi” del percorso museale di Santa Maria Nuova, è singolare. Il trattamento con pittura scura veniva imposto a queste opere per tentare di mistificare la natura del materiale con cui venivano realizzati. La pittura scura infatti serviva a far assomigliare la (vile) carta con cui erano realizzati al più pregiato bronzo. Inutile dire che, dopo questo trattamento, l’opera perde tutte le sue caratteristiche più belle: i colori, la leggibilità dei dettagli anatomici e dell’espressione del volto e difficilissimo, poi, anche farne un’attribuzione certa. Finalmente la Chiesa di Sant’Egidio si riapproprierà di un tesoro d’arte “bisognoso di cure” e tutti noi potremo godere del rinnovato splendore di un’opera bellissima e centrale per la Chiesa e l’Ospedale.